31 dicembre 2006

La catena dei libri...

Viola, anticipando di un niente Ventodiprimavera, mi ha simpaticamente (tepozzino...) invischiato in una catena tra blogger, visto che però l'argomento libri è da me sempre gradito accento di buon grado. Prima però vado ad illustrare le regole del gioco: si prende il primo libro che capita a tiro, si va a pagina 123, si contano le prime 5 frasi e si riportano sul blog le successive 3, fatto questo si inguaiano altri tre blogger...
Visto che avevo sotto mano l'ultimo libro che ho letto e di cui volevo scrivere quello che ne pensavo, il giochino lo faccio con quello:
Il libro è "La vampa d'agosto" di Andrea Camilleri edito da Sellerio...andiamo a pagina 123...ecco, poi contiamo le prime 5 frasi...uno...due...tre...quattro...e cinque, e poi riportiamo le successive 3...non penso si capirà molto...vabbè:
"Nonsi. Spitaleri l'ha ordinato e me l'hanno purtato duminica matino alle sett'arbe". Era la migliore risposta che il commissario potiva aviri. "A quale ditta s'è rivolto?"
Le 3 frasi sono riportate, ora bisogna inguaiare qualche blogger...ma chi? Ecco!
Luna
Porzione
Apepam

Per la cronaca, al solito, il libro non è affatto male, il personaggio muta con il mutare dei suoi anni e si preoccupa per questo ma, naturalmente, il libro va oltre l'intreccio giallo, come al solito Camilleri fa dire tante cose interessanti al suo commissario preferito.

28 dicembre 2006

Johnson ti hanno fregato l'idea!!!

La cara Amaranta mi ha appena adesso segnalato questo articolo del Corriere...
Hanno fregato l'idea che Johnson aveva lanciato tra i commenti al mio post sui babbi natale!
Voglio i diritti d'autore per me ma, soprattutto, per lui!!!

24 dicembre 2006

Buon Natale!

Avrei voluto scrivere un bel post di auguri a tutti voi ma ho scoperto che tutto quello che avrei voluto dire lo ha già scritto Carmen.
L'unica cosa che posso fare, oltre che dirvi di leggere il suo post, è di augurarvi delle feste magnifiche, un Natale strepitoso e, per regalo, tutto ciò che desiderate di più!

17 dicembre 2006

Babbi natale

Facevo un giro per le vie addobbate per Natale e notavo la presenza su quasi ogni balcone di pupazzi di babbo natale appesi nell’atto di entrare in casa, chi su una scala, chi con un paracadute, ma come arrivano in casa?

Anna: Arriva Natale!
Mario: Bello, mi piace l’aria natalizia, gli addobbi, le lucine…
A.: Anche a me, infatti….guarda cosa ho comprato?
M.: Ecchecos’è?!
A.: Come cos’è?! E’ l’addobbo del momento! Il babbo natale che sale le scale da appendere sul balcone…
M.: Come scusa?
A.: Massì! Non li hai visti? Ci sono su tutti i balconi; il nostro è deluxe, con la scala con le lucine intermittenti.
M.: Che culo! Non ci facciamo mancare proprio niente. E delle renne vestite da Matrix da mettere agli angoli del balcone non ce n’erano?
A.: Come sei simpatico! Ma non avevi detto che ti piacevano gli addobbi e le lucine?
M.: Certo! Ma quelle classiche: l’albero di natale con le luci intermittenti e le palline colorate, il tubo da arrotolare alla ringhiera con le luci che si inseguono, cose così, non un inquietante pupazzo vestito di rosso che cerca di entrare in casa!
A.: Ma se ce l’hanno tutti!
M.: Infatti più che a Natale sembra di stare in un film horror: “L’invasione dei babbi natale assassini”; ho visto un balcone in cui è quasi arrivato alla finestra…i bambini in quella casa saranno felicissimi, gli manca un coltello tra i denti.
A.: Non dire cretinate e vallo ad appendere.

Driiiin Driiiiin
A.: Pronto? Salve signora Marchetti mi dica…Ha visto il nostro babbo natale? Bello vero? Come? No, non la sto prendendo in giro, ci mancherebbe. I suoi figli stanno piangendo? E perché? Se l’ho visto? Certo, l’ho comprato io… Impiccato? Mannò, sale le scale…le lucine intermittenti… Va bene, va bene, non si arrabbi, vado a vedere cosa è successo.

A.: Mario! Ma sei impazzito?!
M.: Perché?
A.: Come perché? Invece di appendere il babbo natale con tutta la scala lo hai appeso all’albero di limoni?!
M.: E vabbè, volevo fare una cosa un po’ diversa…
A.: Appendendolo per il collo con un nodo scorsoio?!
M.: Era meglio se facevo finta che cadeva e lo appendevo per i piedi?
A.: Ma quanto sei stupido, ci sono i figli della Marchetti che piangono da mezz’ora, pensano che babbo natale si sia ucciso perché loro sono stati cattivi.
M.: Bhè….come ipotesi io non la scarterei, l’altro giorno hanno attaccato due barattoli di pelati alla coda del gatto della Bissoni.
A.: Tu non le hai mai fatte ‘ste cose da bambino vero? Tu eri un Santo.
M.: Può darsi, ma io usavo barattoli vuoti non due scatole da chilo di pelati, il gatto ormai ha una coda di due metri e mezzo!
A.: Ora vai a staccare quel povero pupazzo e lo appendi per bene e poi ti vai a scusare con la signora Marchetti e con i figli.
M.: Va beeeneee…..

Naturalmente è tutto inventato, i nomi le situazioni etc. etc. Però ringrazio tazzozza per lo spunto.

09 dicembre 2006

Luisona day

Il mio amico Maurizio mi ha ricordato che oggi è il compleanno di un bellissimo libro, oggi “Bar Sport” di Stefano Benni compie 30 anni, siamo coetanei, spero di portarmi gli anni come se li porta lui: splendidamente! L’ho letto la prima volta tanti anni fa, conoscevo già i libri di Stefano Benni, questo blog testimonia quanto mi piacciano, ne conoscevo la comicità ma nonostante questo “Bar Sport” mi ha stupito; lo considero il libro più comico di Benni, comico in senso stretto, niente satira sarcasmo o altro, vera e propria comicità. Ricordo che lo trovai in libreria, edizione Oscar Mondatori, copertina celeste, è ancora lì nella mia libreria accanto a tutti gli altri libri di Benni. Ho riso dalla prima pagina, dall’introduzione, ed ho continuato fino alla parola fine; ho riso leggendo del Cinno, della Luisona, delle vecchiette che parlano di malanni, ho riso di funghi giganti chiamati Uri Geller e di tante altre cose che preferisco facciano ridere anche voi, scoprendole nelle pagine di questo libro che anche se racconta di un tempo andato, di bar di provincia, non è invecchiato per niente, anzi, come il vino sembra migliorare ogni volta, eh sì, lo rileggo spesso, è uno dei miei libri preferiti da rileggere, ed ogni volta rido come la prima volta se non di più. Ma forse non è vero che racconta di cose che ormai non ci sono più, sono convinto che esistono ancora, nei paesini sperduti, dei bar come quelli raccontati in “Bar Sport”, io la Luisona l’ho addirittura incontrata…

07 dicembre 2006

La multa…

Primo Movimento
Vigile X: Fiiiiiiii…….
Baol: Scusi signor vigile, la sposto subito.
V.: Mi dispiace ma ho già scritto, lei è parcheggiato in divieto di sosta.
B.: Capisco ma…
V.: Niente ma, non lo ha visto il Passo Carrabile?
B.: Certo che l’ho visto ma, vede, è casa mia!
V.: Mi dispiace ma le regole sono uguali per tutti, un Passo Carrabile è un Passo Carrabile.

Secondo Movimento
Baol: Ciao Y!
Mister Y: Ciao Baol, come va?
B.: Abbastanza bene e a te?
Y.: Tutto ok grazie. Sai, l’altro giorno ho parcheggiato per 5 minuti davanti casa tua e quando ritorno mi ritrovo una multa.
B.: Mi dispiace, non è colpa mia; guarda, anche a me…
Y.: Ma non preoccuparti, ho telefonato subito ad un mio amico vigile, per fortuna quello che mi aveva fatto la multa non aveva ancora consegnato il blocchetto e così sono riuscito a farmela togliere.
B.: Ma, scusa, una volta scritta non si può fare più niente?
Y.: Ma no! Una volta consegnato il blocchetto al capo dei vigili, allora sì che non è possibile.

Terzo Movimento
Baol: Ma guarda tu se uno può campare così, sono venti minuti che devo uscire l’auto e questa macchina parcheggiata davanti non trova padrone…Signor vigile!
Vigile X: Dica.
B.: Guardi, sono venti minuti che aspetto che tolgano questa macchina per poter uscire, vado anche un po’ di fretta.
V.: Aspetti un attimo…
B.: Perché fino adesso che ho fatto? Giocato a briscola da solo.
V.: Non faccia lo spiritoso.
B.: Ma, scusi, non gliela fa la multa?
V.: Solo un attimo…
Signorina C.: Scusate, scusate, scusate…ho parcheggiato la macchina solo per cinque minuti.
B.: Cinque minuti?! Ma se io sono qui fuori da almeno venti minuti!
V.: Vabbè, tutto si è risolto comunque, adesso potrà uscire la macchina. Arrivederla signorina, e mi saluti suo fratello, l’assessore….

Alle volte si va oltre il “due pesi, due misure”….diventano tre….

24 novembre 2006

Esercizi di stile

"Esercizi di stile"
Raymond Queneau
Ed. Einaudi

Finalmente riesco a trovare il tempo per scrivere dell'ultimo libro che ho letto...in realtà il tempo lo sto rubando ad attività molto più noiose.
In quanti modi si può descrivere una situazione? Sicuramente tanti, ecco, Queneau in questo si cimenta; una semplice situazione divertente che viene riproposta sotto la lente di stili e figure retoriche diverse arrivando anche alla "semplice" translitterazione. Il libro è con testo francese a fronte che, ahimè, ho dovuto tralasciare essendo il mio francese molto arrugginito e comunque molto commerciale; sopperisce, per fortuna, un'ottima traduzione di Umberto Eco che non tradisce per niente lo spirito del libro ma, anzi, lo "riscrive" in italiano. Se durante una esplorazione in libreria si cerca un romanzo, una storia fatta e compiuta non bisogna fermarsi davanti a questo libro, ma se si è affascinati dall'arte della descrizione in sè, bhè allora bisogna farci un pensierino.

15 novembre 2006

La pubblicità è l'anima del commercio....

Stamattina ho ascoltato in radio il nuovo spot dell’Imodium, non penso ci sia qualcuno che non conosce questo medicinale ed il suo utilizzo, comunque per quei pochi fortunati che non sanno cosa sia, l’Imodium è un medicinale in compresse che serve per bloccare gli attacchi di diarrea (argomento scottante oggi…). Per farla breve lo spot radiofonico consiste in un dialogo telefonico, c’è un tizio che risponde al telefono e dall’altro capo una voce con tono sarcastico gli fa: “Filippo, sono l’attacco di diarrea” e si produce in un risolino maligno, al che Filippo, quasi in lacrime: “Noooo….c’è la partita di calcetto con gli amici, la finale del torneo!” e giù altra risata satanica del perfido attacco di diarrea. Tralasciando lo slogan finale, che non mi interessa, mi sono immaginato la telefonata tra l’attore-doppiatore che interpreta il perfido attacco ed il suo agente.

- Doppiatore: Pronto?
- Agente: Ciao Antonio, sono Mario.
- D.: Heylà Mario, come va? Mi porti buone notizie?
- A.: Ottime Antò, ti ho trovato un ingaggio!
- D.: Grande! E in cosa consiste, una parte in un film? Oppure qualcosa in teatro.
- A.: No, Antonio, non correre troppo, è uno spot.
- D.: Va bene lo stesso, è poi gli spot televisivi sono stati un trampolino di lancio per molti, magari divento il nuovo Accorsi.
- A.: Antonio, lo spot è radiofonico, però è a tiratura nazionale, andrà in tutte le radio più importanti nelle ore calde.
- D.: Radiofonico? Mmh… Vabbè dai, non faccio lo schizzinoso, è sempre un lavoro. E qual è il prodotto? Leggo le caratteristiche della nuova BMW?
- A.: Così poco? Ma certo che no! Dovrai comunque interpretare una parte.
- D.: Aha! Mi piace, è comunque qualcosa di teatrale. Dimmi la verità, devo fare una cosa tipo la particella di sodio? Sai che so fare quella vocina simpatica…
- A.: No no, devi fare la parte di una specie di cattivo.
- D.: Roba drammatica allora, anche meglio, uscirà fuori tutta la mia verve.
- A.: Non sai quanto….
- D.: Come?
- A.: Niente, niente…
- D.: E dimmi Mario, che personaggio interpreto: il capoufficio freddo e cinico che non dà mai la pausa caffè?
- A.: No, non è un personaggio fisico, è più…come dire….metafisico.
- D.: Addirittura?! No, non dirmelo? Interpreto Dio nello spot del caffè! Minchia, sai che botta per il mio curriculum.
- A.: No, no, niente del genere, diciamo che devi dare corpo ad un entità che non ha voce nella realtà.
- D.: Mario, non ci sto capendo un cazzo, mi vuoi dire cosa devo interpretare?
- A.: Ehm….interpreti l’attacco di diarrea nel nuovo spot radiofonico dell’Imodium.
- D.: COSA?! Ma sei impazzito?! Bel curriculum ne viene fuori, già mi ci vedo che vado ad un provino in teatro e dico al regista: “Ho interpretato il Macbeth, sono stato la voce di Tod di Beautiful per tre stagioni…Ah sì, ho fatto l’attacco di diarrea in radio”.
- A.: Non essere così pessimista, è sempre un lavoro ed è comunque importante.
- D.: Già, già, intravedo la possibilità di un oscar ora che mi ci fai pensare.
- A.: Senti, non lavori da tantissimo tempo, per questo spot ti pagano bene, lo vuoi fare o no?
- D.: Va bene, lo faccio. Però voglio che mi trovi qualcosa di buono per la prossima volta!
- A.: Contaci….Ho già dei contatti con quelli della Irudoid, voci di corridoio dicono che stanno preparando una grossa campagna pubblicitaria!

12 novembre 2006

Schifo....

Volevo scrivere del libro che proprio oggi ho finito ma poi ho letto questa notizia ed ho provato un forte senso di schifo. Non solo c'è il fatto ignobile di questi esseri inutili che torturano fisicamente e psicologicamente un povero down, a peggiorare il tutto c'è che il video messo su google è diventato uno dei più scaricati! Forse non ci rendiamo conto dell'infimo livello a cui ormai stiamo arrivando, nemmeno gli animali arrivano a tanto, è proprio vero che le vere bestie siamo noi umani. Per piacere, se vi capita, se per un fortuito carosello della vita avrete l'occasione di essere fisicamente vicini a gli autori di questo scempio, o ad un soggetto che ne sarebbe capace, tanto si trovano facilmente tra i giovani, ecco, fatemi un piacere: sputategli in faccia e ditegli che mi fanno schifo.

10 novembre 2006

L'ultimo round

Si muove ancora bene sulle gambe nonostante i colpi che gli ho dato. Mi muovo ancora bene sulle gambe nonostante i colpi che ho preso. Adesso siamo entrambi stanchi, ci studiamo, giriamo intorno e non stacchiamo gli occhi uno dall’altro mentre tiriamo il fiato. Aspettiamo che l’altro faccia un errore, un movimento da anticipare, anche solo una sensazione. Parte con un diretto di destro, lo paro, ha l’addome scoperto, colpisco una, due, tre volte. Accusa il colpo, indietreggia. Suona il gong, raggiungiamo l’angolo ed il mio secondo mi da i soliti consigli: tieni la guardia alta, muoviti, attento al suo gancio destro; siamo all’ultimo round, lo avrò capito ormai qual è il suo colpo migliore. Siamo di nuovo in piedi, uno di fronte all’altro, ricominciamo il balletto. Percepisco un movimento ed abbasso la guardia per difendere l’addome, mi scopro e se ne accorge, mi colpisce con un sinistro al volto. Fa male, questa volta sono io ad accusare il colpo, indietreggio, mi cede il ginocchio e sono quasi a terra, per un attimo tutto è nero, è solo un attimo, devo rimettermi in piedi. Riesco a rialzarmi ed a rimettermi a ballare, sono stravolto ma anche lui lo è, non posso più sbagliare ora. Mi avvicino, si avvicina, riparte con un gancio destro ma questa volta lo vedo, sposto il suo braccio difendendomi con il sinistro e con tutta la forza che mi è rimasta lo colpisco con un montante destro al mento. Indietreggia, barcolla, cade. L’arbitro gli è sopra e conta. Uno… Due…. Gli ballo un po’ intorno come se volessi convincerlo che sono ancora fresco, come se volessi convincermene io stesso. Tre… Quattro… Mi avvicino al mio angolo e guardo negli occhi il mio secondo, sorride. Cinque… Sei… Lui cerca di rialzarsi, geme, ricade. Sette… Otto… Sono già con le braccia la cielo. Nove… Dieci! Ho vinto! Finalmente mi potrò sedere.

Come avevo già scritto, prima che blogger me lo facesse sparire, questo post è stato scritto "sotto l'effetto" di Male di miele degli Afterhours.

06 novembre 2006

Scusate faccio una prova

Visto che l'ultimo post è sparito nel nulla e non si sa dove sia finito faccio un post di servizio: provo a postare questo e vediamo un pò cosa succede...

26 ottobre 2006

centro assistenza

Baol: Salve.
Commessa1: Salve!
B.: Ho un problema con la mia videocamera Panasonyvc.
C1.: Benissimo, noi siamo un centro assistenza Panasonyvc autorizzato.
B.: Maddai?! Ed io che ero venuto convinto che foste una merceria...
C1.: ... Che problema ha la sua videocamera?
B.: Da qualche giorno non funziona più, non ricarica la batteria, quando la collego alla presa di corrente non si accende nemmeno la spia della ricarica, e comunque avevo notato che mi dava problemi sul selettore di accensione.
C1.: Mhh...da quanto tempo ha la videocamera?
B.: Tre anni.
C1.: Ma probabilmente la batteria si è esaurita completamente, queste batterie andrebbero sostituite dopo un paio di anni.
B.: Bhè, sì, anche io avevo immaginato che la batteria fosse andata, però vede...
C1.: Aspetti, ora controllo con una nuova batteria. Ecco. Vede? Si accende la spia.
B.: Sì, ok, però il selett....
C1.: Però noi batterie per questa videocamera non ne abbiamo, dobbiamo ordinarla. Un attimo che chiedo le specifiche. Pronto, senti, per una videocamera Panasonyvc modello xyz va bene il battery pack n. 1111? Ok benissimo. Allora, ora la ordiniamo però ci vorrano circa quindici giorni perchè ci arrivi, il pagamento è anticipato.
B.: Sì, però, io vorrei comun...
C1.: Mi dice il suo nome?
B.: Baol, Bedrosian Baol
C1.: Allora, questa è la fattura per la batteria, sono 77 euro.
B.: Vabbè, però io comunque ho constatato che il selettore non funziona e vorrei farla controllare.
C1.: Benissimo, tanto deve comunque aspettare che le arrivi la batteria. Ora le faccio il modulo di carico della videocamera in cui segnaliamo ai tecnici il problema, le faremo un preventivo, il costo è di 30 euro pagamento...
B.: Anticipato lo so...viva la fiducia!
C1.: Come?
B.: No niente, tenga le 30 euro.
C1.: Allora, in cinque giorni appronteremo il preventivo e le faremo sapere.
Passano i cinque giorni...
B.: Pronto, chi è?
Commessa2: E' il signor Bedrosian Baol?
B.: Chi sono già lo sapevo, adesso mi piacerebbe sapere con chi parlo.
C2.: Chiamo dal centro assistenza per la sua videocamera Panasonyvc.
B.: Bene, mi dica.
C2.: Guardi, c'è un problema alla scheda interna, bisognerebbe sostituirla e ricalibrarla, la riparazione costerebbe 410 euro, noi sconsigliamo la riparazione...
B.: 410 EURO! E certo che la sconsigliate, me ne posso ricomprare due con quei soldi! Vabbè, mi dispiace un pò perchè era un regalo di laurea e non l'ho nemmeno usata troppo però non mi conviene farla aggiustare. A questo punto la batteria che mi avete venduto non mi serve più.
C2.: Ci dispiace ma non accettiamo indietro la merce che vendiamo.
B.: Ma guardi che la nuova batteria non me l'avete mica data, l'avete solo ordinata, mi avete dette che ci volevano circa quindici giorni.
C2.: Una volta fatto l'ordine però non è possibile annularlo, non avrebbe dovuto ordinarla prima di conoscere l'entità del danno alla sua videocamera.
B.: Ma guardi che siete stati voi a insistere a farmela prendere.
C2.: Vediamo quello che si può fare e quando viene a riprendersi la videocamera chiariamo.
B.: Vabbè, arrivederci.
C2.: Arrivederci.
Il giorno dopo...
B.: Salve...
C2.: Salve!
B.: Sono venuto a riprendermi la videocamera Panasonyvc non riparabile. Questo è il modulo di carico che mi avete fatto.
C2.: Benissimo... Senta, ci dispiace ma la batteria è arrivata il giorno dopo l'ordine.
B.: Minchia! Ma non ci volevano circa quindici giorni? Il corriere stava pronto apposta per me?
C2.: Ci dispiace veramente ma noi non vendiamo quei prodotti.
B.: ... Ma scusi, lì c'è una vetrinetta con dentro almeno sette batterie nuove per videocamera.
C2.: Sì ma il suo è un prodotto originale della casa, quelle sono sottomarche.
B.: Guardi che delle sette batterie quella più a destra è esattamente uguale a questa qui.
C2.: Appunto!
B.: Come appunto?! Ma chi è il vostro responsabile del personale Eugène Ionesco?
C2.: Chi?
B.: Lasci stare, mi dia la mia videocamera per favore.
C2.: Tenga. La batteria provi a venderla lei.
B.: E sì, stavo proprio pensando di aprirmi la partita iva appositamente. Arrivederci!

Anche questa è la versione romanzata di un aneddoto reale....morale della favola mi ritrovo con una videocamera inutilizzabile ed una batteria nuova, sigillata, che non mi serve....spero che Mister Ebay riesca ad aiutarmi.

24 ottobre 2006

Gerry Bellotto....chi era costui?

Sono un paio di giorni che Amaranta si interroga su questo personaggio, questo caustico comico italiano che ha anche un blog e il cui biografo ufficiale, A. Iovine, così descrive: Gerry Bellotto, vero affossatore della televisione. Un artista dell'affabulazione televisiva. Un misto di ingenuità, malizia, ars retorica e infine volgarità che sono stati gli ingredienti ultimi del suo successo. […] Del funerale di questa tv, Gerry Bellotto è il medico che firma il certificato di morte. Del funerale di questa tv Bellotto è sacerdote che pronuncia l'omelia; è il becchino che getta la terra con la sua vanga; è il magistrato che rifiuta di accogliere la richiesta per la riesumazione della salma. Del funerale di questa tv Gerry Bellotto è il morto. Anche a me il personaggio mi ha incuriosito, mi ha ricordato tanta gente che si vede in giro, però il nome non mi diceva niente ed allora, ho fatto quello che faccio sempre quando ho dubbi: ho usato Google! Tra le tante risposte che mi ha dato ce n'era una molto interessante, questa. Da qiello che ho capito si tratta di un romanzo, ora, il minimo che posso fare è comprare il libro...appena lo leggo vi faccio sapere.

14 ottobre 2006

InTerysta....ci siamo quasi

Leggo dalla Repubblica di oggi che un gruppo di scienziati del CERN, tra cui alcuni italiani, hanno fatto una scoperta rivoluzionaria (la notizia può essere letta qui); non entro nel merito con spiegazioni che non saprei fare anche perchè ci sono frequentatori di questo blog che potrebbero spiegare il tutto sicuramente meglio di me. Però il succo della questione è che questi scienziati sono riusciti a non far annichilire materia ed antimateria ma a farle convivere in una reazione che ha generato una particella chiamata protonio....ma...ma...ci pensi InTerysta?! Ancora pochi anni e, sicuramente, riusciranno ad isolare la particella che abbiamo teorizzato noi tanti e tanti anni fa: lo SPROTONIO!!!

Voglio solo dire che questo trattasi di uso privato di blog pubblico, per il semplice motivo che questo post è comprensibile solo da: me (e ci mancherebbe), InTerysta, Tazzozza e Tenebrone, mi scuso con tutti gli altri...

10 ottobre 2006

Discussione (su Quesito)

Allora, finalmente ci siamo, ho lasciato che un pò di commenti si affollassero nel post precedente proprio per vedere cosa ne pensavate sull'argomento; premetto che la mia risposta al quesito in questione è la seconda, che la credo giusta e sacrosanta (per quanto ci sia un certo niki che mi accusa di cose che non faccio...ancora). Quasi tutti hanno risposto che le imposte sono alte perchè si evadono, sono convinto che sia la maggioranza, almeno nei giovani, a pensarla così, ed allora? Tutti questi giovani dove vanno a finire? Quando arriva il momento che cambiano idea? Non lo so, vorrei tanto saperlo. La verità è quella che ha scritto InTerysta: è insito negli italiani voler pagare meno di imposte, sempre e comunque, qualunque sia l'importo delle stesse. Ci crediamo sempre il popolo più furbo, quello che dice: se posso pagare meno di "quello" perchè non farlo? Ad una domanda del genere non c'è risposta, perchè la risposta non viene accettata. Uno Stato ha dei costi da sostenere, costi per tutta la collettività e questi costi, che ci piaccia o no, sono coperti con le entrate date principalmente dalle imposte. Con questo post non cercavo di trovare una soluzione ma almeno di sottolineare un problema che, a volte, penso non sia risolvibile. Solo un deterrente veramente spaventoso potrebbe portare l'italiano imprenditore (perchè un dipendente non ha margini di manovra) a pagare tutte le tasse senza fiatare; siamo un popolo strano, non sono serviti anni di campagne schoccanti sulla sicurezza stradale ma è bastato minacciare che ci venisse tolta la patente per diminuire gli incidenti...

06 ottobre 2006

Quesito

Si evadono le imposte perchè le imposte sono alta o le imposte sono alte perchè si evadono le imposte?

Seguirà discussione (dopo i vostri commenti)

03 ottobre 2006

La costruzione di un amore...

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un altare di sabbia
in riva al mare

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

ed io ci metto l'esperienza
come su un albero di Natale
come un regalo ad una sposa
un qualcosa che sta lí
e che non fa male

E ad ogni piano c'è un sorriso
per ogni inverno da passare
ad ogni piano un Paradiso
da consumare

dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia

E intanto guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

e sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

sono io che guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

e tutto ciò mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore
come lo so che può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

la costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un altare di sabbia
in riva al mare

E intanto guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

e sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

sono io che guardo questo amore
che si fa grande come il cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

e tutto ciò mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

Sì.

(La costruzione di un amore - Ivano Fossati da La pianta del tè - CBS 1988)

Dedico questo post a due miei amici, perchè? Perchè gli voglio bene, perchè questa è una canzone meravigliosa, perchè dice la verità, perchè è una verità che vale per tutti anche se loro sono le persone più strane del mondo, perchè la sento e mi emoziona ancora, perchè ogni mattone della costruzione è un lampo di felicità e gli consiglio di assaporarli tutti.

29 settembre 2006

Consiglio per i guidatori

Di solito quando si parla di guida ed automobili il primo proverbio che salta in mente è il classico: "donna al volante pericolo costante", non è mia intenzione iniziare una discussione su questo tema perchè poi si passa a diatribe del tipo: "maschi vs femmine" o "maschilisti vs femministi" e amenità simili. Per quanto nei proverbi c'è sempre un fondo di verità io, quando guido, seguo tutta un'altra regola:

STAI SEMPRE ATTENTO A CHI GUIDA CON IL CAPPELLO

Vi vado ad illustrare le motivazioni, che sono molto semplici ma ponderate dopo lunghe osservazioni sulle strade. Chi guida con il cappello di solito è:
1) Un vecchietto rincoglionito che ha freddo anche in estate piena, il tipico vecchietto che sul treno ti fa chiudere il finestrino perchè "gli arriva l'aria" nonostante fuori ci siano 40 gradi ed il sole che picchia come un fabbro abbia già trasformato lo scompartimento in una specie di altoforno perchè l'aria condizionata è rotta. Quello stesso vecchietto messo al volante di un qualsiasi mezzo di locomozione tende a piazzarsi nel centro esatto della strada ad una velocità che si può calcolare facilmente con la formula: velocità vecchietto = (limite di velocità - 50), la sua macchina ha il tachimetro con i numeri negativi. Questa costante lentezza viene sopperità dal fatto che, non si sa se per miopia o arteriosclerosi, non si accorge di semafori rossi, segnali di stop, incroci pericolosi ed amenità varie, tanto che un vecchietto con il cappello può spuntare in qualsiasi momento.
2) Un giovane imbecille, di solito neopatentato, che crede che il foglio rosa sia l'atto di proprietà della strada. Il soggetto in questione è convinto, probabilmente per difetto neuronale (nel senso che le sinapsi non sanno a cosa portare le informazioni), che la lancetta del tachimetro se non raggiunge il valore più alto si offende. Di solito si sentono arrivare perchè hanno l'abitudine di fare in modo di lasciare sull'asfalto un pò di gomma ogni volta che ripartono e di tirare le marce finchè il motore, uscendo dal cofano, non gli urla "METTI LA SECONDAAAAA!!!"; la loro pericolosità aumenta soprattutto quando, per un motivo qualsiasi, fanno spegnere il motore della macchina, in quel caso accortisi di aver fatto una grossissima figura di merda cercano di rifarsi compiendo una partenza ad effetto.

Naturalmente non tutti quelli che guidano con il cappello rientrano nelle suddette categorie, ma sono una esigua minoranza che non fa che confermare la regola, per questo motivo, d'ora in poi, guardate sempre chi è alla guida delle auto che vi sono intorno e se hanno il cappello, state attenti.

26 settembre 2006

Macello

Il ragazzo era sulla trentina, seduto di tre quarti con il braccio sinistro appoggiato al bancone del bar; non aveva la faccia di chi viene qui per rimorchiare: barba di due giorni e capelli della stessa lunghezza, abiti normali, niente di stravagante. Beveva il suo whiskey senza ghiaccio e si guardava in giro, non con interesse, con sguardo quasi distaccato o assonnato, forse non era il primo whiskey senza ghiaccio, forse non sarebbe stato l'ultimo. Guardava le ragazze naturalmente, la maggior parte degli uomini che vengono qui ci vengono per quel motivo e la maggior parte delle ragazze che ci viene lo sa, e ci viene apposta per farsi guardare, si capisce, vengono vestite, anzi, sarebbe meglio dire svestite di tutto punto, truccate da vamp, o da mignotte, permettetemi il francesismo, con tacchi vertiginosi e spacchi che sembrano non finire mai, gambe lucide e tutta la "mercanzia" in mostra, scollature che non lasciano niente all'immaginazione e pendenti della lunghezza giusta per appoggiarsi nel ristretto spazio tra i seni, come un' enorme segnale che indica dove guardare. Ne vedo tante al bancone del bar, bere le cose più assurde puntate dagli sguardi di tutti; ce n'era una anche quella sera, accanto al ragazzo, stava con le spalle al bancone, in piedi, con entrambi i gomiti appoggiati e beveva una di quelle bevande dai colori improbabili, alcoliche quel tanto che basta per dare la sensazione di trasgressione. Naturalmente era bellissima o, meglio, era tiratissima, sono dell'idea che la vera bellezza sia altra, comunque era molto attraente: minigonna nera con spacco d'ordinanza e stivale nero come compagno inseparabile, maglia viola aderente a delle forme talmente esplosive da giustificare una guerra preventiva, naturalmente non faceva nulla per nasconderle, anzi, erano così in mostra che le avrebbe notate pure un cieco. Le aveva notate anche il ragazzo al bancone, non si guardava più in giro, guardava solo lei, però non aveva cambiato per niente lo sguardo, sempre distaccato o assonnato dai whiskey; ho pensato subito che avrebbe tentato una delle solite frasi da approccio, ne sento così tante che dovrei decidermi prima o poi a scrivere un libro, invece continuava a guardarla. Ad un certo punto lei si è girata per lasciare la bottiglia vuota sul bancone e lo ha guardato, lo ha guardato come solo le ragazze che se la tirano così sanno guardare, con un misto di indifferenza e presunzione, come per dire: "Scordatelo" e lui, nel momento in cui si sono incrociati gli sguardi, senza cambiare espressione, senza fare un sorriso: "Siend, quand ti v'liss tuqquè chidd menn*". La faccia mi si è illuminata con un sorriso largo fino alle orecchie, non ero scoppiato a ridere solo per decenza; la ragazza naturalmente si è allontanata schifata, ma lui non aveva cambiato espressione, ha finito il suo whiskey ed ha fatto per andarsene, l'ho fermato per un braccio: "Scusa, posso sapere come ti chiami?" e lui:"Pasquale, Pasquale Macello....Macello non è il cognome".

*Senti, quanto te le vorrei toccare quelle tette

23 settembre 2006

Incubo

Dannazione, è troppo buio qui dentro, ho i battiti accelerati, ci fosse almeno un po’ di luna per vedere dove sono. Il fondo è viscido e puzzolente, ho tutte le ossa che mi fanno male, provo ad alzarmi in piedi…niente, sono ricaduto come un sacco, dove sono? DOVE SONO? Non ricordo niente, non vedo il cielo ma so che c’è, buio, inquietante sopra di me. Ho freddo, mi raccolgo con le ginocchia al petto, fa male, urlo ma sembra non ci sia nessuno intorno, sembra non ci sia più nessuno nel mondo…a che serve gridare? Tanto non esiste più nessuno, solo io con il mio male, con il dolore, con la solitudine…sono stanco.

Partorito durante l'ascolto di Reptilia dei The Strokes

20 settembre 2006

La luna di carta

Ho appena finito di leggere "La luna di carta" di Andrea Camilleri e mi ritrovo qui a scriverci sopra, mi sono detto "perchè no?". Facciamo le cose per bene:
La luna di carta
Andrea Camilleri
Ed. Sellerio
€ 11,00
Fa parte della "serie" dei libri con protagonista il commissario Salvo Montalbano, non si discosta da gli altri ottimi libri, anzi aggiunge qualcosa all'evoluzione del personaggio, alla sua maturità, alla vecchiaia che avanza. La storia è, come al solito, interessante ed avvincente, scritta nel classico italo-siciliano di Camilleri. Forse il finale mi ha lasciato un attimo interdetto, ma non perchè non sia verosimile, probabilmente perchè mi è dispiaciuto chiudere lì il libro, avrei voluto "vedere" il commissario, ancora per un pò, dipanare i fili della storia. Forse però sarebbe diventata una storia meno verosimile di quella che è. La capacità di Camilleri di creare storie interessanti con personaggi veri è la caratteristica principale che rende godibili i suoi libri, oltre al fatto di scrivere dei dialoghi interessantissimi. Ed è proprio attraverso questi che Camilleri racconta, per bocca dei suoi personaggi, Montalbano su tutti, cosa pensa e come va il Mondo e l'Italia.

"Hai visto che gli sta capitando ai giudici di Mani Pulite? Gli viene rinfacciato che sono loro i responsabili dei suicidi e delle morti d'infarto di alcuni imputati. Sul fatto che gli imputati erano corrotti e corruttori e si meritavano il carcere si sorvola: secondo queste anime belle il vero colpevole non è il colpevole che, in un momento di vergogna, si suicida, ma il giudice che l'ha fatto vergognare. E ora basta parlare di questa storia, se l'hai capita, l'hai capita. Se non l'hai capita, io non ho più gana di rispiegartela. E ora lassami travagliare".

19 settembre 2006

Ringraziamenti personali...

Visto che mi sono venuti in mente faccio qualche pubblico ringraziamento personale...
Ringrazio Caparezza per il testo de "Gli insetti del podere" che è una minuziosa analisi socio-politica della situazione italiana, oltre che essere molto divertente:
Gli Insetti Del Podere

Il ragno sa bene che si va al podere con schede firmate da prede incollate alle tele,
ci sa fare, la vespa gli concede l'alveare: "Abbiate fede, le cose stanno per cambiare",
vaneggia, vive in una reggia e cicaleggia ad oltranza comizi della sostanza di una scoreggia, mostra cimici, cita saggi e si pavoneggia, noi scarafaggi all'oscuro di ciò che maneggia,
si ribella la formica rossa che rissa, con la nera che la manganella quando passa,
come un fuco la sbattono in cella se scassa, specie se ha la cresta e non l'abbassa,
la mosca verde, ebbra di merde, si perde spesso tra le stronzate del congresso,
scarica le mosche tze tze nel cesso che nessuno può stare nel soggiorno senza permesso.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Del podere sono insetti inetti per molti aspetti asettici manicaretti per i rettili,
chiusi in parlamenti come tarli nei cassetti, talmente assenti che li prendi per suppellettili,
hanno vite piatte come blatte, piattole nelle patte di notti con lucciole nelle bettole,
sparano sciami di frottole, ma nascondono le pallottole come zecche tra le setole.
Come i coleotteri fanno i brillanti, seducono amanti mantidi con manti di diamanti,
e i grilli, lucidi cantanti d'idilli, ammutoliti da insetticidi epuranti di bruchi benestanti,
che pagano crisalidi per ali di farfalla, ma restano ripugnanti.
Alibi da libellule stagnanti che andando avanti fanno più ammutinati che nel Bounty.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Edizione straordinaria del podere della seraaaa...
Vedova nera piange per l'ape guerriera,
licenziata in tronco la termite si dispera,
millepiedi danno calci in culo alla frontiera,
l'acaro ride perchè il mondo è una polveriera.
La fanfara anticipa il corteo eccitato come una zanzara con il neon,
imbizzarriti come tafani su cavalli da rodeo volano paroloni che nemmeno a Scarabeo.
E lui "Marameo!", non li ha cagati, pensa al suo team di coccinelle che eccelle nei risultati,
certi grattacapi noiosi li affida a pidocchiosi avvocati che ragni dal buco ne hanno cavati,
quindi c'è chi lo vuole sottoterra lombrico, chi gli piazzerebbe un bombo sull'ombelico,
chi come una lumaca se lo suca e si accontenta di dargli una cavallettata sulla nuca!
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a... tutto normale ti sono entrati nel... Ma vaffanc...


Poi ringrazio Carlo Lucarelli, i Manetti Bros, Giampaolo Morelli e tutto il resto del cast de "L'ispettore Coliandro": serie televisiva che mi è piaciuta moltissimo; nuova visivamente e con personaggio interessanti e disegnati bene...naturalmente non ringrazio la Rai perchè l'ha messa in onda dopo 2 anni, dopo che è andata in onda in tutti i 13 Paesi che l'aveva acquistata tranne che in Italia e perchè l'ha mandata in onda senza pubblicizzarla a dovere, senza darle una collocazione fisse settimanale e, soprattutto, come tappabuchi di fine estate...Viva la Rai....

16 settembre 2006

Minni the mooncher

Finalmente anche per quest'anno la "festa di paese" è andata, non lo dico per snobbismo, ci mancherebbe, solo che per tre giorni casa mia è irraggiungibile con la macchina causa giostre, luminarie e processioni. Certo si vede l'umanità più varia, si rivedono facce che non incontri esattamente da un anno, e questo può essere un bene oppure no, dipende dalla faccia. Può non piacere la calca, sono d'accordo, ma, in fondo, mi fanno nascere un sorriso i vestiti buoni per la festa, le persone tirate a lucido, il lato più folkloristico della situazione. Certo sono tante le cose che, dal lato opposto, non mi piacciono. Non mi piacciono, per esempio, le "autorità" dietro le processioni, le loro facce di circostanza, i sorrisi da alta uniforme, le tante piccole manifestazioni di grettezza umana; non mi piacciono le arrabbiature dei genitori verso bambini che, probabilmente, non guardano per 362 giorni l'anno e che hanno come unica colpa il voler far esplodere la loro gioia in 3 giorni di giostre ed allora via con urla del tipo: "Domani non ti ci porto alle giostre", "BASTAAAA" oppure "mannaggia a me che ti ci ho portato"; non mi piace veder volare i palloncini, mi mette tristezza, ogni palloncino che vola è un bambino che piange perchè perde un sogno, il sogno di quel cuore o papera o semplice palloncino colorato che sta su e non si sa perchè. In mezzo a tutto questo poi ci sono i fuochi d'artificio, mi piacciono i fuochi d'artificio, li adoro, e pensare che quando ero piccolo mi spaventavano, li vedevo come mani che mi venivano a prendere. Ora invece guardo questi fiori di fuoco colorati che sbocciano ed appassiscono in un attimo e mi riempio di meraviglia, e meravigliarsi da adulti è la cosa più bella che ci sia, non so perchè ma mi da speranza: se ci si può ancora meravigliare come bambini si ha ancora la voglia di sognare. Da un pò di anni poi come pezzo forte della festa i fuochi d'artificio sono piromusicali, è un vero e proprio spettacolo: vengono montate delle casse enormi ed i fuochi sono sincronizzati con la musica. Posso affermare con sicurezza che vedere i fuochi muoversi a ritmo di "Minni the mooncher" di Cab Calloway ti fa scordare che prima hai dovuto ascoltare il sindaco ed i suoi comprimari gonfiarsi come tacchini nel vantarsi di quello spettacolo.
Hidey Hidey Hidey Hi....
Here's the story 'bout Minnie the Moocher
She was a low-down Hoochie Koocher

12 settembre 2006

rentree....il tossico anni ottanta.

Ieri dopo un sacco di tempo ho ripreso il treno per andare a Bari, visto che non era molto presto ho fatto tutto con molta calma, dopotutto mi piace andare in treno, c'è sempre tanta umanità. Stranamente il treno è arrivato quasi in orario, ci sono salito e senza stare troppo a scegliere mi sono accomodato sul primo sedile dello scompartimento, una volta seduto mi sono guardato in giro e accanto a me, con il corridoio nel mezzo, mi sono accorto che c'era una figura una volta molto in voga nelle stazioni: il tossico, il tipico tossico anni ottanta: occhio spento e cerchiato, capello lungo ed unto, abiti che probabilmente sono stati indossati puliti mesi prima, mani sporche, unghie mangiate per nervosismo. Una specie di larva consumata, con tutta probabilità, dall'eroina; tutto diverso dal tossico anni novanta, quello tutto in tiro, sovraeccitato dalla cocaina, con gli occhi spalancati ed iperattivi; soggetto che ancora adesso si trova facilmente in ambienti altolocati. No, il tossico del treno era diverso, portava con sè un disagio che non ho mai capito: il disagio di chi è stato abbandonato soprattutto da sè stesso, oltre che dal mondo intero. Niente scuse, non ne voglio trovare, è solo che vederlo lì seduto mi incuteva sospetto, come se da un momento all'altro potesse fare qualcosa a me o ai miei "civili" compagni di viaggio, ogni volta che vengo preso da questi pensieri mi chiedo cosa ci spaventi, di cosa ci preoccupiamo tutte le volte: della nostra incolumità? Del nostro "decoro"? Oppure di una diversità che non riusciamo a comprendere? Di una scelta di autodistruzione che non riusciamo a concepire e giustificare?

11 settembre 2006

ricordi...

Cinque anni fa stavo studiando per l'esame di Ragioneria 2, erano circa le 16:30 e già mi ero rotto le scatole, ho trovato la scusa che avevo fame e me ne sono andato in cucina, meccanicamente ho acceso il televisore ed ho messo su raiuno, così, tanto per fare qualcosa, ed ho visto un aereo che si scontrava con un grattacielo, ero solo in casa, non capivo, mi sembra che ci fosse la scritta "in diretta da New York" da qualche parte sullo schermo, non ricordo bene, ricordo che pensai: "ma che cazz è 'sta cosa?!"; dopo pochi eterni minuti mi sono reso conto di cosa fossero quei grattacieli, di chi fossero quei tizi in divisa blu che si sbattevano come dei matti in mezzo a polvere e detriti, di cosa fossero quelle "cose" che vedevo cadere dalle finestre, di chi fossero, del perchè lo facessero, del perchè la gente piangesse ed urlasse. Ricordo le frasi dei giornalisti, le prime ipotesi di incidente, poi trasformate in attentato dal susseguirsi degli eventi. Sono passati cinque anni; non so se si è risolto qualcosa, non so se si è fatta la cosa giusta, probabilmente no, so solo che ricordo quelle facce e solo per quelle facce ora sto ricordando.

10 settembre 2006

Del perchè i cinesi ci conquisteranno.

Ieri sera sono stato a cena in un ristorante cinese, mi piace andare a mangiare cinese, non sono uno di quelli che mangia "solo italiano", pur essendo consapevole che la cucina italiana è una spanna sopra le altre naturalmente. Comunque non ci vado molto spesso, anche perchè il mio fegato si rivolterebbe dopo un pò, però mi piace; mi piace quel gusto un pò simile di ogni piatto che però, se hai il palato attento, scopri diverso per ogni pietanza, mi piace la faccia simpatica dei cinesi che non sai mai se gli stai simpatico sul serio oppure ti farebbero volentieri una dimostrazione di karate per poi infilarti nel primo involtino primavera di passaggio, mi piace la loro parlata senza le erre che è molto migliore di quella di alcuni italiani senza grammatica, mi piace l'arredamento uguale per ogni ristorante tanto da sembrare un franchising, ma soprattutto mi piacciono le bacchette! Sì, ogni volta che vado in un ristorante cinese provo a mangiare con le bacchette e, naturalmente, finisco per usare le posate perchè intanto, nel vano tentativo, il mio piatto di spaghetti con gamberi si è raffreddato, oltre che distribuito sulla tovaglia. Comunque ieri sera ci sono riuscito, ho mangiato quasi tutto con le bacchette ed ho capito perchè non abbiamo scampo contro i cinesi: un popolo che riesce tranquillamente a mangiare tutto (tranne le zuppe, e pure quelle mi sa che con un pò di allenamento...) con quelle stramaledettissime bacchette senza essere distrutto dai crampi non può non essere il popolo dominante! Io ieri sera a fine cena ho dovuto sbattere la mano sul tavolo un paio di volte per far ripartire la circolazione e riprendere possesso delle sue facoltà motorie.

08 settembre 2006

Tragitti universitari

Interysta: -Ripetimi un'altra volta perchè non veniamo in macchina.
Baol: -E' più comodo con l'autobus.
I.: -Quindi con l'auto sarebbe addirittura più scomodo di come stiamo ora? In piedi, in centoventi su un autobus da 55 posti, con un caldo pazzesco e quindi sudati, pressati come sardine?!
B.: -E' tutta una questione di parcheggio.
I.: -Sì, vabbè va.
B.: -E poi tu stai comunque meglio.
I.: -Sono per caso seduto e non me ne sono accorto?
B.: -Che c'entra, tu hai lo zaino e puoi tenerti con entrambe le mani, io con sta valigia posso tenermi solo con un braccio.
I.: -Minchia che culo! La prossima ricevitoria che troviamo mi gioco tutti i miei averi in "gratta e vinci".
B.: -Guarda che così come sto do molto fastidio, 'sta borsa è scomoda e fastidiosa
I.: -Ma se io sto respirando con i polmoni di quello di fronte!
Vecchietto: -Scusami ti puoi fare un pò più indietro?
I.: -Dai fastidio al signore, attento.
B.: -Sì sì, mi scusi.
V.: -Ancora? vuoi andare più indietro?
B.: -Ma dove devo andare? Se vado più indietro esco dall'autobus.
V.: -Senti, che il culo mio è prezioso!
B.: -Come scusi?
V.: -Il culo mio è prezioso, stai attento.
I.: -Non gli rispondere, non gli rispondere, non gli rispondere.
B.: -E la smetti di ridere tu? Meno male che ora scende.
Te la ricordi 'sta giornata Interysta? Io quel vecchietto me lo ricordo ancora!

07 settembre 2006

Ritualità quotidiane

Penso che la ritualità sia insita nell'uomo; io, per esempio, tutte le mattine svolgo meccanicamente, più o meno, sempre le stesse cose. Mi sveglio lasciando nel letto ancora buona parte dei miei neuroni che non ne vogliono sapere di alzarsi, qualsiasi ora sia, e con quelli che mi rimangono mi trascino verso il primo lavandino libero per poter immergere la faccia in acqua fredda e richiamare così i neuroni rimasti a letto. Arrivato in cucina saluto mia madre che fa zapping cercando il suo programma preferito: le previsioni del tempo e mi siedo davanti alla mia tazza. Mentre aspetto che, per opera di magia mammesca, la tazza si riempia di latte e caffè inizio a preparare l'unica cosa capace di svegliarmi sul serio: il pane con la nutella; non voglio dilungarmi sulla filosofia del "pane con la nutella" perchè è un argomento che non può essere trattato semplicisticamente come un inciso tra un fatterello ed un altro, si sappia solo che cerco, se è possibile, una bella fetta di pane dello spessore adeguato e armato di coltello, a mò di spatola, spalmo uno strato di quel frullato di nocciole, zucchero, cacao e non so che altro (e non lo voglio sapere)tanto da raddoppiare il peso del pane. Intanto mia madre ha soddisfatto la sua voglia di meteorologia e mi passa il telecomando così che io possa mettere su mtv e cercare di vedere qualche video musicale, anche perchè la mattina è l'unico momento in cui su mtv ci sono video musicali; in realtà i video li intravedo dato che una televisione privata di monaci dehoniani (ma chi diamine sono i monaci dehoniani?!) si è piazzata sulla stessa frequenza di mtv e la trasmissione sembra un quadro astratto fatto di onde. Nonostante tutto ciò, sempre per questioni di ritualità spiccia, mi ritrovo con la mia fetta di pane appesantita che, sempre intravedendo la tv, ne mangio prima la crosta tutta intorno per poi lasciarmi la mollica zuppa di nutella come premio finale per essermi finalmente svegliato. A quel punto la giornata posso considerarla iniziata.

05 settembre 2006

El Cipe....

Ecco che inizia a correre, tutte le volte c'è sempre qualcuno che, scettico, dice: "ma dove va?" eppure, come se l'erba per lui fosse diversa o le scarpe più leggere, puntualmente non lo prendono e lui arriva in fondo, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se il suo posto in realtà fosse lì, alla fine e non all'inizio, all'attacco e non in difesa. Arriva in fondo e guarda negli occhi il suo avversario, fa un mezzo sorriso e quello non sa più che cosa fare, può solo sperare di avere fortuna e tra le mille variabili chiudere gli occhi e tentarne una, ma quando li riapre lui già non è più lì, è dove avrebbe dovuto essere. Eccolo che guarda davanti a se con i suoi occhi chiari e sorride e tutti noi sappiamo come finirà.
Ciao Giacinto

04 settembre 2006

Ma se pò fà 'sta vita?!

Il trattamento fiscale degli utili da partecipazione in società residenti e non residenti precepiti nell'esercizio di impresa commerciale da persone fisiche e da società di persone è quindi dettata dall'art. 59 (anzichè dall'art. 89) il quale rinvia all'art. 47. In tal caso, secondo quanto disposto dall'art. 48 del Tuir, gli utili non costituiscono reddito di capitale bensì componenti del reddito d'impresa che vanno indicati nel rigo RG9 di Unico 2005
Ma si può combattere tutti i giorni con articoli del genere?!....Bhò?!

03 settembre 2006

Immaginatevi la scena...

Stamattina mentre andavo in giro per il mio paese ho assistito ad una di quelle scene che ormai si vedono spesso e che mi mandano sempre in bestia; c'erano tre tizi seduti sulle scale di un fioraio, avranno avuto una quarantina d'anni, o una trentina portati male, bevevano birra in bicchieri di plastica; il più grosso dei tre si alza, come se avesse avuto l'illuminazione della sua vita, si avvicina ad un grosso vaso con dentro un albero che se ne stava placidamente piazzato davanti al fioraio e lo sposta al centro della via in modo che le auto, ed i loro guidatori, si sforzino di evitarlo. Quello dei tre con i capelli bianchi, forse divertito dal gesto del suo amico, finisce in un sorso il suo bicchiere di birra e lo getta in aria ridendo, a questo punto, l'intellettuale dei tre, quello che fino ad allora non aveva fatto niente, non volendo essere da meno si mette ad urlare. Finito questo bel siparietto si alzano e se ne vanno ed io che mi sono gustato la scena mentre camminavo verso casa mi chiedevo come mai siano le scimmie ad essere tenute in gabbia.

02 settembre 2006

Finalmente mi sono deciso.....

Era da tanto che ci giravo intorno: leggevo i blog dei miei amici, lasciavo i miei commenti ma, alla fine, mi sono deciso: ANCHE IO HO UN BLOG!
Ed ora? Devo raccogliere le idee, già inizio a chiedermi il perchè lo abbia fatto, forse urgenza di farmi sentire oppure una sfida a me stesso, nel senso: sarò mai capace di portarlo avanti? Non so, si vedrà andando avanti; intanto: perchè "vorreiessereunbaol"? Baol è un bellissimo libro scritto da Stefano Benni e quindi lascio a lui spiegare cos'è un baol e vado di citazione:
Non si può spiegare il baol, e sopratutto non si può spiegare perchè non si può spiegare. Però voglio venirvi incontro con un esempio. C'è gente che muore senza saper ballare il valzer. Basterebbero due ore della vita e un amico ballerino. Macchè, niente! Restano ai bordi della pista, vorrebbero tanto, ma se qualcuno li invita dicono no, grazie, son stanco. Muoiono senza saper ballare il valzer (e Dio sa quanto gli piacerebbe). Morire senza aver imparato il valzer (e anche il mambo, i salti mortali, l'arpa, la tiptologia e altre cose di gran classe) non è baol.
Non so se si capisce, leggendo il libro si capisce meglio....magari andando avanti mi verranno le parole, per ora...basta così.