30 agosto 2007

Cambiamenti

La finestra mostrava un prato all’inglese perfettamente tenuto, con vialetti di pietra e poco più distante gli alberi della pineta. Anche se era abbastanza presto c’era già qualcuno che, passeggiando lentamente, si godeva l’aria del mattino. Mentre era immerso in questi pensieri una voce lo sorprese alle spalle:
- L’ospite della sette stanotte ha dato un po’ di problemi.
Era Jinx, non lo aveva sentito entrare, non se ne accorgeva mai, era convinto che più che arrivare Jinx apparisse e questo lo inquietava; da quando lui era lì ci aveva parlato qualche volta, era nativo di Tallinn ma i suoi genitori erano inglesi ed infatti il suo inglese era perfetto, non aveva nessuna inflessione estone. Aveva preso il diploma e poi aveva subito iniziato a lavorare lì, ormai lo faceva da quasi vent’anni; faceva i turni di notte perché soffriva di insonnia, almeno così diceva, anche se pensava non dormisse mai in realtà. Gli fece un sorriso e gli rispose:
- Da come me lo hai detto Jinx, sembrava che fossimo in un ospedale e non nel migliore albergo di tutta l’Estonia.
- Non capisco.
- Quando hai detto “l’ospite della sette stanotte ha dato problemi” mi sono immaginato un tizio con una flebo attaccata al braccio che si lamentava per una terapia che non funzionava. Stavo per consigliarti di dargli un sedativo.
- A volte sarebbe la cosa migliore…
La sua risposta non lo meravigliò più di tanto, sapeva che Jinx era fatto così ed in fondo, a volte, anche lui pensava quelle cose; spesso gli ospiti avevano un concetto tutto personale di ospitalità che travalicava sia il rispetto per il lavoro degli altri che la decenza stessa.
- Deve averti indisposto molto Jinx, che cosa desiderava?
- Mi ha chiamato quasi ogni ora stanotte perché non gli andava bene la temperatura della stanza: o era troppo alta oppure troppo bassa, avrò regolato il termostato almeno otto volte e poi mi ha detto che sarebbe venuto a lamentarsi con lei per la mia incompetenza.
- Quindi stamattina dovrò aspettarmi la visita di questo signore, non credo che uscirà di qui molto soddisfatto, conosco la tua professionalità e non sarà certo lui a convincermi del contrario.
- La ringrazio.
Jinx uscì silenziosamente come era entrato, non avrebbe mai creduto alla sua incompetenza, Jinx era quel albergo e senza di lui non sarebbe quello che è: uno degli alberghi più eleganti del mondo. Pensava queste cose guardando la foto aerea di Tallinn che aveva di fronte e si ricordò della prima volta che era stato lì qualche anno prima per uno stage di quattro mesi in una struttura alberghiera, da settembre a dicembre. Ripensò al suo arrivo all’aeroporto di Tallinn, lui, italiano del sud abituato al caldo, nella fredda e nordica Estonia; era stanco, spaventato e distrutto dal Jet-lag, con la fidanzata e gli amici lasciati a migliaia di chilometri e si ricordò della prima cosa che gli era venuta in mente allora: “Beh Tallinn, mi vedi in questi quattro mesi e poi non mi vedi più”, a ripensarci rise, rise di gusto e sonoramente perché quella città, in quei quattro mesi, lo aveva affascinato, nonostante il freddo glaciale e la lingua incomprensibile; lo aveva affascinato con le sue contraddizioni di città antica e, al tempo stesso, giovane e tecnologica. Per questo motivo, una volta tornato a casa, quando, a carriera avviata, gli chiesero quale albergo volesse dirigere, tra le tante possibilità, senza pensarci su troppo, scelse Tallinn.

Dedico questo post ad un amico che parte per un po', vedi di tornare per il tuo compleanno InTerysta: ci devi offrire una cena!

28 agosto 2007

Lavoratori di tutto il mondo, ridete

“Lavoratori di tutto il mondo, ridete”
Moni Ovadia
Ed. Einaudi

Tempo fa, quando in televisione trasmettevano anche spettacoli teatrali e non solo spettacoli pietosi, mi capitò di beccarne uno di Moni Ovadia, per la precisione “Oylem Goylem”; naturalmente era sabato notte perché comunque non veniva mica trasmesso in prima serata il teatro. Divagazioni a parte, sapevo chi fosse Moni Ovadia ma non lo avevo mai visto; insomma quest’uomo con barba bianca e capelli lunghi bianchi, con in testa il tipico copricapo ebreo, raccontava storielle sugli ebrei intervallandole con canzoni in yiddish; mi colpì molto e mi divertì molto proprio per la capacità che aveva di ridere di se stesso e soprattutto per la capacità di raccontare. Per questo motivo ho comprato questo libro con molta curiosità: perché “racconta” storielle umoristiche nate sotto il comunismo e ne spiega anche l’ambito in cui sono nate, senza voler fare però un libro anticomunista, come se ne vedono tanti in giro ultimamente, ma raccontando la storia attraverso l’umorismo. Il libro è stato letto tra un bagno e l’altro durante la mia vacanza ed è stata una lettura molto piacevole, anche se non si può sicuramente considerare un “libro da ombrellone”, soprattutto nell’ottima appendice storica in cui racconta la storia della Russia dalla fine dello zarismo sino a Putin.

27 agosto 2007

Sono tornaaaatoooo....

Eccomi qui, appena tornato dalle ferie, sono di un colore che mi permetterebbe tranquillamente di vendere tappeti o essere deportato a Guantanamo senza che nessuno faccia una piega. Adesso mi butterò a capofitto per rimettermi in pari con i vostri blog....però ho un appunto da fare: solo Popale a mandato la sua foto di "pappagorgia irsuta"! Vi ricordo che il termine ultimo del 31 di agosto si avvicina...oppure mi costringerete ad una proroga alla Visco?

03 agosto 2007

Chiuso per ferie

Beh, il momento è arrivato, domani me ne parto per le spiaggie del Salento e mi bagnerò di mare, sole e sabbia anche per tutti voi. Il mio cervello è già partito ed io lo raggiungerò, lui aveva insistito per fare vacanze separate quest'anno ma poi non me la sono sentita di lasciarlo solo, chissà cosa avrebbe combinato! Vi saluto tutti, mi mancherete ma spero di tornare con nuova linfa e spirito rinnovato; vi ricordo di mandarmi qui le vostre foto di "pappagorgia irsuta", il termine è il 31 agosto, non vorrei dover fare proroghe alla Visco.
Un abbraccio a tutti!!!