10 agosto 2015

Quasi...

Quasi non me lo ricordo più come si scrive; come si formano, su carta, i pensieri. Quasi non mi rendo conto del tempo che passa, bene o male, come ha sempre fatto. Quasi mi viene voglia di abbandono, di ruderi, di castelli che hanno avuto una storia ed adesso non più. Quasi comincio a pensare di sbagliare sulle persone, e mai mi era successo. Quasi. Poi ripenso alle parole di Benni che dice che se guardi bene una parete vedrai le crepe di come la maceria si disegnerà; ecco, io mi ero semplicemente stancato di vedere le crepe delle persone, di sapere già le loro macerie, ad un semplice sguardo. Succede, ci si stanca un po' di tutto, per tanto o per poco tempo; ci si stanca che quasi non ti interessa più, quasi. Poi alla fine non ci riesci, le vedi le crepe, attraverso le parole e te ne dovresti fottere perché "non sono problemi tuoi" solo che non ho più l'età del sopportare, no, non per troppo almeno. Quasi non me lo ricordo più cosa volevo dire, in mezzo a tutti i pensieri che girano in testa. Quasi non so come continuare, Quasi. In fondo quando sei stato via per un po' di tempo ti sembra estranea quasi casa tua, devi riabituarti agli angoli, soprattutto agli angoli; devi riconoscere gli spigoli, le curve; quasi che non fosse casa tua, quasi. Quasi mi sgriderei per non aver rispettato gli appuntamenti annui qui sopra, quasi; ma ho lasciato che la vita andasse bene così che ogni tanto un quasi ci sta tutto. Quasi.